Dall’11 ottobre 2024, alla Basilica di San Gennaro ad Antignano, iniziano gli incontri mensili ecumenici

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Dall’11 ottobre 2024, alla Basilica di San Gennaro ad Antignano, iniziano gli incontri mensili ecumenici La preghiera, in stile Taizé di Rosanna Borzillo Nuova Stagione

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Da oltre trent’anni, la preghiera in stile Taizé ha trovato radici profonde in Campania, diffondendosi come un

faro di spiritualità ecumenica. Nata dal desiderio di un gruppo di amici e amiche di promuovere l’unità tra le

chiese cristiane – cattoliche, protestanti e ortodosse – è diventata itinerante, pellegrina tra parrocchie,

basiliche e persino case private.

Dall’11 ottobre si riparte presso la basilica di san Gennaro ad Antignano al Vomero, «riprendendo

– spiega don Massimo Ghezzi, responsabile del centro di pastorale giovanile Shekinà – l’invito di Papa

Francesco, all’inizio del Sinodo dei Vescovi che ha convocato i giovani alla veglia ecumenica di preghiera per

Affidare loro i lavori della XVI Assemblea un invito per “Together”: lo stesso invito che oggi facciamo noi».

La preghiera di Taizé in Campania si terrà regolarmente il secondo venerdì del mese nella Basilica. «Abbiamo

deciso di tornare alle radici – spiega Enzo Busiello, uno dei riferimenti di questo cammino, da tempo guida la

preghiera ecumenica nella regione – rendendo la preghiera nuovamente pellegrina e coinvolgendo

le comunità locali».

«La nostra, infatti, è una realtà pellegrina – aggiunge Busiello – che ha attraversato non solo i luoghi fisici, ma

anche i cuori delle persone. Negli ultimi anni, la preghiera si è svolta nei conventi francescani, dalla parrocchia

Sant’Antonio di Padova in Portici Frati Minori Conventuali, alla Basilica di San Pietro ad Aram e alla basilica di

Santa Chiara a Napoli dei Frati Minori».

La scelta della basilica di Antignano «nasce dalla volontà – spiega don Massimo – di proporre un cammino

che pensiamo sia proprio per le nuove generazioni. Da Taizé vogliamo offrire ai giovani un nuovo modo di

pregare ma anche il “Talita kum” evangelico: Gesù prende la nostra mano, la stringe e dice alle nostre

orecchie due semplici parole “Talita Kum”. Alzati e mettiti in cammino».

«Taizé è un cammino di fiducia sulla terra – aggiunge Busiello – e continueremo a portare questo messaggio

ovunque ci sia bisogno di pace e riconciliazione». Ma è anche un cammino «per stare insieme – dice don

Massimo – e ha già prodotto frutti.

La dimensione di apertura sul nostro territorio: da quest’anno riprendiamo un cammino interrotto e abbiamo

grande collaborazione di laici e presbiteri del decanato». Guardando al futuro, l’equipe di Taizé in Campania

resta fedele alla missione di diffondere un messaggio di speranza e fiducia. Oltre agli incontri in presenza, la

preghiera viene condivisa attraverso i social media e il canale YouTube dedicato, permettendo a coloro che

non possono partecipare fisicamente di unirsi spiritualmente alla comunità.

La storia di Taizè in Campania ha inizio negli anni ‘90, «un gruppo di amici campani giunse a Taizé con il

desiderio di vivere l’insperato. Spinti dalla speranza di un’esperienza spirituale unica, abbandonarono le

tradizionali vacanze estive per partecipare agli incontri della comunità francese».

«È un’esperienza che lascia un segno indelebile », ricorda uno dei partecipanti storici, «spingendoci a portare

la spiritualità di Taizé nelle nostre comunità locali.»

Tra le tappe più significative, il Centro Giovani Agorà di Portici è stato un punto focale per la preghiera mensile

regionale negli anni ‘90 e 2000. Grazie all’accoglienza di padre Giorgio Pisano e al supporto di figure come

don Bruno Forte e padre Alex Zanotelli, l’esperienza si è arricchita di incontri di fede, culminando con il primo

incontro nazionale a Portici nel giugno 2005, che vide la partecipazione di oltre 200 giovani da tutta Italia e

dall’estero.

Nonostante il fervore iniziale, negli ultimi anni la partecipazione alla preghiera mensile ha subito un calo. «È

una realtà che ci preoccupa – conclude Busiello – ma continuiamo con tenacia a mantenere viva la tradizione,

nella speranza di rinnovare il coinvolgimento, soprattutto tra i giovani».

FONTE DA : di Rosanna Borzillo Nuova Stagione

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